Una calda mattina del 2016, una domenica di luglio, siamo andati nella vecchia cascina di nonno Guglielmo. Ogni volta che torniamo a Montalto Pavese, dove vivono mamma e papà, non perdiamo l’occasione di andarci a curiosare tra gli oggetti appartenuti a nostro nonno. Questo ci fa rivivere la sua vita, una vita dedicata alle vigne e all’uva, che Guglielmo coltivava per donarla alle cantine sociali della zona. Lo stesso lavoro che papà continua a fare, con dedizione e amore per queste terre, che sono le nostre terre. Bisogna salire fino a Montalto Pavese, poi ancora più su verso la cima della collina: tre tornanti, un breve rettilineo ed ecco finalmente la cappella della Madonna del Vento con il suo Belvedere. Una coppia di alberi sul crinale di una collina, il piegarsi di una piccola valle, la simmetria dei filari di vite, aquiloni e deltaplani benedetti dal vento che sempre soffia da Ovest, lo splendore di un prato: da quassù si gode del miglior panorama possibile sull’Oltrepò Pavese, un panorama che muta con lo scorrere delle stagioni e offre spettacoli sempre nuovi. Abbiamo creato due vini. Lo abbiamo fatto con le uve che papà continua a coltivare e raccogliere, stagione dopo stagione, nei nostri 12 ettari di vigneto. Sono un pinot grigio e un pinot nero: Elivià e Alené, nomi che nascono dalla fusione dei nostri nomi e da quella dei nomi dei nostri genitori, Angela ed Enzo. Ci ha aiutato l’enologo Guido Beltrami, a cui abbiamo chiesto di coniugare l’esperienza del passato con le tecniche produttive moderne per ottenere dei vini che rispecchiassero al meglio le caratteristiche del territorio e la nostra personalità.


